Il muro di Berlino non si limitava a dividere la città in due, ma isolava del tutto Berlino ovest.
Berlino Ovest si trovava infatti ad essere circondata dai territori della DDR e per raggiungerla dalla Germania Ovest, si doveva ad ogni modo attraversare la DDR. Già prima del 1961, prima del muro, non era quindi particolarmente difficile isolare la città per metterla in grosse difficoltà.
Dal 24 giugno 1948 al 12 maggio 1949 i sovietici bloccarono tutti i collegamenti stradali e ferroviari per Berlino Ovest. Due giorni dopo l’inizio del blocco, iniziò già ad essere però operativo il ponte aereo per poter rifornire i soldati americani e i cittadini di Berlino Ovest di viveri e combustibili.
Assieme a pacchi di latte in polvere, carbone, benzina, medicine e farina, venivano anche lanciati, poco prima dell’atterraggio, anche dei piccoli pacchetti contenenti chewgum e dolciumi per i più piccoli. Per questo motivo, gli aerei che partivano e atterravano all’aeroporto di Tempelhof, venivano chiamati Rosinen Bomber (Rosinen è l’uva sultanina) o Candy Bombers.
L’idea di questi pacchetti sembrerebbe essere del pilota Gail Halvorsen, il quale aveva appunto come abitudine di legare a dei fazzoletti le tavolette di cioccolata che gli inviavano dagli USA, e di lanciarli prima di atterrare.
Negli oltre 280.000 voli che ci furono durante il ponte aereo, non mancarono però gli incidenti dove morirono soldati americani, tedeschi e inglesi nel tentativo di aiutare la città. A ricordare queste gesta c’è oggi nella piazza del ponte aereo (Platz der Luftbrücke) un monumento chiamato dai berlinesi ironicamente Hungerkralle, artiglio della fame, perché in effetti assomiglia un po’ ad un artiglio.
Poco prima della costruzione del muro, nell’aprile del 1961, per timore che i berlinesi dell’ovest si trovassero di nuovo in una situazione analoga, il ministro dell’alimentazione diede inizio all’operazione scoiattolo Aktion Eichhörnchen. Attraverso lo slogan “denke dran schaff Vorrat an” (pensaci, fai scorta) ad ogni famiglia venne chiesto di mettere da parte viveri nella previsione di dover sfamare i propri membri per almeno 2 settimane senza potersi rifornire all’esterno. Il governo investì nei primi tre anni di questa operazione, circa 1,5 milioni di marchi, raccogliendo in vari edifici della città, alimenti, combustibili, sigarette e medicine che, in caso di un attacco sovietico, sarebbero dovuti bastare per almeno 6 mesi. Tutti gli articoli venivano numerati, catalogati e periodicamente cambiati.
Solo dopo la caduta del muro si iniziò a rivendere tutta questa merce a prezzi particolarmente bassi.
L’aeroporto di Tempelhof, quello dei Rosinen Bomber, non è oggi più funzionante per scelta dei berlinesi, i quali decisero tramite referendum nell’aprile 2008, di chiudere l’aeroporto storico per motivi di sicurezza (si trova in effetti dentro la città, vicino molte abitazioni, la pista non è sufficientemente lunga secondo le nuove regole e nel 2001 vi fu un incidente nel quale morirono due piloti).
La pista dell’aeroporto è oggi parco cittadino, dove potete fare un picnic o imparare a pattinare sulle piste dalle quali partirono gli aerei carichi di caramelle. Magari ne trovate ancora qualcuna. Non mangiatela però che sarà scaduta da circa 50 anni, e forse di più.