L’autunno che non delude mai

Diversamente dalla primavera e dall’estate, l’autunno non si smentisce mai, è esattamente come te lo saresti aspettato.

In un susseguirsi di stagioni incerte, questa è l’unica stagione che da certezze. Le prime foglie giallo pallido che volteggiano prima di posarsi a terra , le pioggerelline sottili sottili, i Gummistiefel colorati dei bimbi che saltellano dentro le pozzanghere, il cappotto arancio che ormai non mi entra più, ma che mi ostino ad indossare, e poi l’esplosione delle varie tonalità di arancio, rosso e giallo. Ogni  anno é sempre lo stesso, solo la data di inizio di questo spettacolo è un poco incerta, a volte a metà ottobre, a volte molto prima, ma tutto si ripete uguale. Solo il mio cappotto diventa di anno in anno più stretto, e io ormai rinuncio a tirarmi in dentro l’ombelico nel tentativo di abbottonarmi.

Questo è il tempo delle prime cioccolate calde, dei primi vestiti pesanti, delle coperte calde. È il periodo in cui il freddo è piacevole e non è ancora venuto a noia, avremo parecchi mesi davanti per poi detestarlo.

Questa è la stagione che non conoscevo, che non avevo mai vissuto in Sicilia, la stagione che mi mancava.

Per me e il mio cappotto é il nono autunno. Per Ciccio é il primo

linus_autunno

training motivazionale

Le palestre oggi sono suddivise in 4 grandi categorie, le quali si basano su due fondamentali distinzioni: di sesso e di ceto sociale.

Le palestre che si differenziano per ceto sociale selezionano i clienti tramite il prezzo proposto. La palestra da un rene al mese, con personal trainer, piscina, sauna, bibite incluse etc…un comune impiegato non se la può di certo permettere, al massimo per due mesi, poi dovrebbe andare in dialisi.

Alcune donne sostengono di preferire le palestre destinate al proprio sesso perché dicono di non venire così importunate dai maschietti. Io sfido qualsiasi uomo ad importunarmi con l’ascella pezzata, i capelli appiccicati alla fronte, e il tanfo che emano. Io invece penso che le donne preferiscano queste palestre PROPRIO perché in questo modo nessun uomo può vederle in questo stato.

Un’ulteriore suddivisione che non esiste ancora, ma che io intendo proporre è in base al peso. Si potrebbe dividere la categoria “donne” in 3 sottogruppi: acciughe, tonni, e balene.

Stando seduta a pedalare sulla mia cyclette, non posso fare a meno di notare le acciughe che non so per quale motivo vengono spontaneamente ad allenarsi. Voi mi direte che sono acciughe proprio perché si allenano, ma io credo che un’acciuga nasce e muore tale, non ha bisogno di altri supporti per rimanere acciuga.

A vedere le magre a me vien meno la motivazione. Appartengo alla classe tonno con tendenze alla balena, e so che io acciuga non ci sono nata e non ci sarò. Mi sentirei meno marziana, se fossi circondata da persone come me, tonni e balene come me, con gli stessi problemi coll vestiario, con gli stessi dolori alle ginocchia e alla schiena, potremmo consolarci a aiutarci tra noi. A me un’acciuga, non può dare alcun aiuto né comprensione.

La motivazione nascerebbe dal gruppo e anche dal comune scopo. Scopo non é “se fai Zumba bruci 590Kcal”, scopo è : se faccio Zumba, cosa posso mangiare?”  cioè a cosa corrispondo 590kcal? posso poi recuperare ciò che ho perso mangiando una fetta di torta alle mele? o forse un piatto di pasta? Perché diciamoci la verità, in palestra ci andiamo per sentirci meno in colpa quando ci strafoghiamo a tavola.

Sarebbe un’ottima idea combinare la palestra al menù giornaliero: se faccio oggi un’ora di Pilates a cena ci sarà insalata, se invece vado a Zumba allora mi mangio un bel piatto di pasta.

E vada per zumba!

qualcuno glielo dovrebbe dire

Ricordo che nell’attesto di licenza media, così come, se non erro, nel diploma di maturità, oltre al voto c’era scritto un suggerimento da parte della commissione esaminatrice, una cosa tipo:

la matematica non fa per te; evita le facoltà scientifiche; non sai parlare manco l’italiano figurati un’altra lingua…insomma forse non erano scritte in questi termini, ma il significato era questo.

A volte ci azzeccavano, a volte no, ma era comunque un suggerimento, insomma ti dicevano in cosa non eri bravo, per evitare inutili sprechi di forze ed energia e per non danneggiare il prossimo.

Ecco io penso che di questi suggerimenti oggi dovrebbero essercene di più.

Penso per esempio che se qualcuno avesse detto a Jovanotti, o Lorenzo o come si fa chiamare, giá ai tempi di “sei come la mia moto” (sei proprio come lei, andiamo a farci un giro, fossi in te io ci starei) che avrebbe dovuto assumere qualcuno per scrivergli i testi, possibilmente NON Mogol (motocicletta 10 HP tutta cromata e tua se dici si) oggi ci saremmo risparmiati un testo banale degno dei diari dei ragazzini delle medie “il piú grande miracolo dopo il big bang siamo noi, io e te”.

Se poi qualcuno gli avesse detto che é stonato come una campana, ci saremmo risparmiati tutto quanto.

Se qualcuno avesse detto a Saviano che è logorroico e noioso come pochi, ci saremmo risparmiati serate a dormire scomodi sulle poltrone davanti la tv.

Se qualcuno avesse detto a Benni, bravo quanto volete, che dopo “Achille pié veloce” non avrebbe avuto più nulla da scrivere, mi sarei risparmiata tempo e denaro persi a leggere i romanzi a seguire (ma ormai non mi frega più).

Perché penso che come gli atleti si ritirano all’apice della loro carriera, quando sanno che ormai non potranno andare meglio di così, non potranno vincere di più perché hanno già vinto tutto, ecco penso che anche gli scrittori dovrebbero avere il coraggio di farlo, dire “non potrò mai scrivere un altro capolavoro come questo, adesso basta, mi dedico ad altro”. Perché poi diventa proprio peccato, che quello scrittore che tanto ti piaceva, inizia a scivolarti via dal cuore. Un vero peccato. Aggiungo alla lista Zafon, Hosseini, Coelho, etc…

Qualcuno glielo dovrebbe dire ai rai3 che non devono inquadrare Gramellini troppo da vicino, che si vede che sputa; a Fazio di essere meno leccaculo, che veramente perde troppo di credibilità.; a Carlo Conti di farsi controllare da un dermatologo, che ha un colorito proprio strano, mischino.

Insomma qualcuno dovrebbe proprio dirglielo.

Ein kurzer Besuch

Ogni tanto passo, faccio una breve visita, un poco di pulizia e ci penso.

Penso che vorrei scrivere ma che irgendwie non posso, penso che vorrei fare qualcosa ma non so come, e penso che mi manca il contatto con chi mi ha letto

Buon inizio autunno.  Fuori piove e fa freddo, dentro anche.