Germania-Italia

Oggi in campo, per la prima volta dall´inizio dei WM, mancava la mascotte dell´Argentina: Maradona! Che sia stato questo un segno di mala sorte che ha determinato la sconfitta degli allevatori di Manzotin?

La partita è stata per tutti noi in Germania un interminabile angoscia, accompagnata da cori di OHHHHHH! e da esulti di TOOOOOOOOR! (Gol).

Io ho tifato dal primo istante per la squadra di casa, e soffrivo all´idea che tutto questo potesse finire da un momento all´altro. Ma siamo ancora in gioco, the party still goes on!

Non mi sono mai posta il problema, all´inizio dei giochi, di una possibile sfida tra le mie due patrie…eppure martedí ci sará questo tanto temuto evento.

Temuto perché se l´Italia vince qui mi linciano e devo cambiare paese, se perde mi linciano i miei amici perché io…ragazzi, io tifo Germania. Potete dirmi tutto quello che volete, ma obbiettivamente questa squadra sta giocando bene e poi…volete mettere la festazza che ci sará qui se saremo (noi tedeschi) Weltmeister?????

Intanto si accettano prenostici. Quante reti si beccherá l´Italia????

Ci sentiamo martedí per contare morti e feriti…io saró al lavoro…uffa!!!!

messaggi in bottiglia

Oggi vi racconto una storia. Vi racconto di una ragazza, che decisa di realizzare un sogno, lasció la sua terra. Una terra che le aveva dato una casa, una famiglia, tanto mare, sole, amici, ma che di piú non poteva darle.

Un giorno di agosto, la ragazza prese la sua valigiona fuxia e parti verso l´ignoto.

Non aveva dove dormire, non aveva una voce amica che le dicesse cosa fare, ma lei era determinata a lottare per un sogno e continuó a respirare, a vivere ad alzarsi ogni mattina, anche quando questo le risultava difficile.

Ogni tanto, anzi spesso, riceveva messaggi dai suoi amici che le offrivano il loro sostegno morale.

La ragazza riuscí a trovare una casa, un lavoro, dei nuovi amici, ma non dimenticó mai quelli vecchi.

Nel suo cuore c´era sempre un angolo di mare, di spiaggia sul quale erano stesi tutti loro, lí attorno ad un fuoco a raccontarsi storie.

Quelle stesse storie, esperienze di vita, le teneva con se, come un tesoro che non avrebbe mai dimenticato.

La sua vita peró era cambiata. Sapeva che non poteva vivere del proprio passato, ma del proprio presente. Il suo presente era lontano dalle persone che aveva amato e che comunque continuava ad amare.

Quel faló in riva al mare, non esisteve piú, se non nei suoi sogni. Ma aveva bisogno di racconatre loro ancora una storia ed un´altra ancora.

Il suo faló sarebbe stato un blog, dove lei poteva raccontare loro ció che le accadeva e loro potevano fare altrettanto lasciando una piccola traccia, un piccolo messaggio.

Probabilmente sbaglió qualcosa, perché le sue storie iniziarono a viaggiare come messaggi dentro una bottiglia, che venivano letti da altri naufraghi, che a sua volta le mandavano le loro bottiglie, ma non dalla persone raccolte attorno a quel faló in quella spiaggia.

Ancora oggi non dimentica quanto le furono vicini i suoi amici, ma ricorda anche di aver letto una frase di Calvino, che, parafrasandola, diceva che i veri amici si riconoscono non nei momenti di difficoltá, ma in quelli di felicitá. Coloro che riescono a godere, a condividere con te la tua gioia, senza esserne invidiosi, saranno tuoi veri amici.

Ogni giorno spera di aprire una bottiglia con dentro un messaggio di qualcuno di loro. Ció significherebbe che sono ancora vivi, cha la stanno ancora aspettando in riva al mare…

italiani a…”lo specchio”

Pubblico di seguito un post scritto dal mio giornalista preferito, nonché mio carissimo amico.

Per ora vi lascio alla sua opinione, ma avrete presto mio replica…mi sto documentando.

Grazie Robertuccio!

Carissimi lettori occasionali, prima di bombardarvi di discorsi che appariranno privi di senso ai più (me compreso), vorrei ringraziare la creatrice di questo blog per lo spazio concessomi.

Premetto che era mia intenzione dedicare una modesta riflessione al risultato dello scorso, storico, referendum. Dico “storico” perché, da quando ho memoria, non ricordo una sconfitta del centrodestra qui in Sicilia, terra dalla quale sono forzatamente onorato di scrivere. Un esito inaspettato, soprattutto nelle proporzioni.

Tuttavia, non è questo l’oggetto della discussione odierna. Ne riparleremo magari in un’altra circostanza, se sarò invitato a farlo.

Oggi ci occupiamo di luoghi comuni. Succede infatti che un calciatore italiano piuttosto ignorantello, strapagato e mezzo sciancato, prende il pallone in mano al 93esimo minuto di un ottavo di finale della coppa del mondo e si incarica di tirare il rigore decisivo. Lo fa con un coraggio tale da mettere in soggezione tutti coloro i quali lo giudicano piuttosto ignorantello, strapagato e mezzo sciancato e, dopo aver battuto il portiere avversario, si porta in bocca il pollice come un lattante, in omaggio al figlio appena nato.

Il gesto non passa inosservato ai kapò tedeschi che, come apprendo dall’amica Giulia, sono soliti far piangere fino allo sfinimento i propri bambini. Ma qvesta tenerezza è inspfiecapile, ya

Bene, all’indomani della partita della nostra nazionale, ecco che il noto settimanale Der Spiegel, prendendo spunto da un’esultanza che ha fatto ridere il resto del mondo, tuona serissimo contro gli abitanti dello Stivale:

“Gli italiani sono forme di vita parassitarie, mammoni maligni che sfruttano le donne, tipi da spiaggia, millantatori, viscidi, che non possono vivere senza un animale ospite dal quale succhiano più che possono, il cui obiettivo primario nella vita è l’ostentazione continua di affaticamento e, se calciatori, preferiscono giocare la palla a terra in modo da colpire meglio le ossa degli altri”.

Punto primo, mi piacerebbe dare una lezione sul campo al paese responsabile della messa in circolazione dei telefilm più osceni della storia ma, ahimè, non credo avrò questa soddisfazione, visto che basterà l’Argentina a mandarli a casa (ops, a casa ci sono già).

Punto secondo, prendere lezioni di buongusto da chi abbina sandalo e calzino bianco o da esemplari femminili che amano fare le trecce con i peli delle proprie gambe, beh, questo è troppo. Per non parlare di quelli che mettono i pomodorini sulla torta al cioccolato (li ho visti davvero). Dai non scherziamo.

Siamo italiani, avremo i nostri mille difetti, ma siamo autentici, immediati. E più terroni siamo, meglio è. Sarà l’Africa, sarà che nelle vene scorre sangue arabo. Ci hanno insegnato a sorridere di tutto. Ho detto “sorridere”. Ridere soltanto sarebbe da scemi. Sdrammatizziamo qualsiasi evento nefasto e l’oggetto principale delle nostre prese in giro siamo noi stessi. Provate a cercare nel mondo un altro popolo dotato di questa miracolosa, unica qualità che è l’autoironia. Troverete soltanto qualcuno disposto a sbeffeggiare il prossimo. E magari lo fa pure attraverso un giornale.

Dove i tedeschi portano l’ombrello

Quando ci si trova  vivere all’estero la prima difficoltà che si riscontra è sicuramente la lingua. Noi italiani siamo però bravissimi nell’arte dell’improvvisazione e altrettanto bravi a gesticolare, perciò il linguaggio non verbale è il primo al quale ricorriamo in situazioni di emergenza. Trascuriamo però un piccolo particolare, non tutti i popoli condividono gli stessi gesti!

Ho scoperto da poco che i tedeschi non conoscono un gesto da noi tanto utilizzato, e non mi riferisco a quello fatto dal nostro (per fortuna) ex premier in Spagna.

Ebbene qui non conoscono il gesto che molti chiamano del “dove porti l’ombrello” o come mio padre, prof di matematica, chiamerebbe, “delle tre perpendicolari”. Per i meno dotti, quello in qui si piega il braccio di 90 gradi e con l’altro..insomma avete capito, quando si vuole mandare a quel paese, dove non batte in sole, a fare in c..o una persona!

Ciò non significa che se siete in Germania potete fare questo gesto tutte le volte che volete! Stupidi non sono, ad un certo punto capirebbero!

…dimenticavo, ho appurato da una amica francese che tale gesto è molto usato anche in Francia..quindi evitate di ricorrere ad esso se volete mandare a quel paese un francese!

Una canzone per…

Visto che siamo in tema di canzoni, volevo sapere da voi, che inciampante sul mio blog, qual´è per voi la canzone piú romantica, quella che vorreste qualcuno vi dedicasse.

Sono escluse a priori canzoni sdolcinate da diabete e tutti i Pausini, Ramazotti, Nek e vari…

Tra le mie preferite ci sono: “the way you look tonight”,che “O mio Dio” aveva inciso su un nastro per Chandler e ancora Julia Roberts aveva ragalato come regalo di nozze al “suo” migliore amico;

e “Una canzone per te” di Vasco Rossi.

In realtá detesto Vasco Rossi, ma questa canzone mi piace parecchio…. e voi???

l´ultima partita

Sabato mattina. La sveglia suona alle 7:00. Uffa! Dopo un venerdí sera passato a lavorare, neache il sabato posso dormire un pó di piú! Un mio alunno mi aspetta a scuola e quindi e inutile che mi lamento, mi devo alzare!

La giornata non è ancora iniziata è giá sono stanca!

Mi preparo il mio bel cappuccino, spalmo la mia salutare nutella su una fetta di pane (i rotolini ringraziano) e mi preparo per un´altra giornata di fuoco.

Esco da casa e giá la cittá è in pieno fermeto. In occasione di questi mondiali Lipsia sembra essere esplosa in una enorme festa.

Guardo i volti delle persone che camminano giá di buon ora per le vie del centro, sento le loro voci, i loro discorsi..e mi accorgo che..Wow! Sono fatta veramente brava riesco a capire veramente ogni parola, ormai il tedesco non ha piú segreti per me, fantastico!

Ho fatto notevoli progressi, non riesco neanche a crederci…forse sto ancora dormendo, forse la sveglia non ha suonato forse…forse sono circondata da persone che parlano spagnolo e ció spiegherebbe il fatto che riesco a capire quasi tutto! Forse le magliette verdi o azzurre a striscie bianche, sono un indizio!

Ma si! Oggi si gioca la partita degli ottavi di finale qui a Lipsia Argentina-Messico!

Questa è l´ultima partita che si gioca a Lipsia. Peccato.

Non sentiró piú gli altoparlanti alla stazione che annunciano i tram in tutte le lingue, non vedró piú volti nuovi da ogni parte del mondo, non sentiró piú nuove voci, nuove intonazioni.

Ma la festa non finisce, fin quando la Germania è in gioco qui è sempre festa! E allora…lo posso dire senza rischiare il linciaggio? Ma si tanto siamo lontani e prima che mi prendete….Forza Germania!