San Miniato (FI_BO_SI)

Il fine settimana scorso siamo stati in Italia. Atterrati a Pisa abbiamo trovato Antonio all’aeroporto. Sensazione strana atterrare e vedersi, sentirsi attesi. È stato bello avere Antonio lí sorridente ad attenderci. Presi la macchina, abbiamo imboccato lo scorrimento veloce FI_PI_LI: Firenze-Pisa-Livorno. Poiché non siamo stati né a Pisa né tanto meno a Livorno, ma a Firenze, Bologna Siena, questo e i prossimi  posti si chiameranno Fi-Bo-Si.

La Fi-Pi-Li l’abbiamo imboccata che erano le 20 passate, quindi eravamo tutti e tre affamati. Non ce l’avremmo mai fatta ad arrivare a Firenze per cenare, saremmo deperiti prima sullo scorrimento veloce, quindi abbiamo fatto deviazione per un paesino mai sentito: San Miniato.

Antonio ci ha portato in un localino piccino su una piazza bellissima, come credo sia ogni piazza in Toscana, mi sono fatta l’idea che in Toscana non esistano paesi del calibro di Bagheria, Villabate o Trabia, lí tutte le case sono finite e definite, le strade tutte belle, ogni strada pulita e poco trafficata.

Entriamo nel locale piccino, deserto. Ci sediamo e ci portano subito il pane. Che bello si vede che siamo in Italia, a tavole c’è il pane. Si vede che siamo in Toscana, c’è il pane insipido! Apriamo il menú, mi ero dimenticata dei prezzi italiani, puntiamo sui piatti del giorno “piú economici”. Vorrei i carciofi fritti, “i carciofi sono terminati”, come non immaginarsi che nella folla di un locale VUOTO possano essere terminate certe pietanze, ok scelgo altro.Carpaccio di pecorino con aceto balsamico per loro, tagliere di salumi per me. Arista per Zito, Cinghiale per Antonio, tagliata ai funghi per me. Commovente. Sazia e satolla come non capitava da tanto tempo, ordino pure il tiramisú, tié! Ho persino bevuto del vino rosso, che in genere mi fa malissimo allo stomaco, ma sará per la compagnia, sará per il cibo buono, stavolta nemmeno un crampetto al pancino.

Usciti dal ristorante facciamo un piccola passeggiata, giusto per non sentirci in colpa tornando con le panze piene a casa, e ammiriamo il paese facendo qualche mossa foto in giro. Dopo circa 10 minuti di finta passeggiata torniamo indietro alla piazzetta dove si trovava il ristorante ormai chiuso, svuotato dei suoi unici clienti (ma i carciofi erano finiti!) e ci rimettiamo in macchina sulla Fi-Pi-Li. Stavolta si arriva a Firenze, satolli.

Facciamo una (stavolta lunga) passeggiata per il centro, tra cinesi che fanno un picnic in una piazza, e i negozi chiusissimi del centro. Facciamo qualche foto piú o meno mossa al Duomo e in quella piazza costruita a dispetto di una zona di “secolare squallore” dove c’era una giostra illuminata e vuota. Rimaniamo imbambolati davanti a qualche ristorante o salumeria. Dei salami davanti ai salami appesi.

Andiamo a letto stanchi, non faccio tardi da cosí tanto tempo, e sono felice. Nel mio stomaco la buonissima cena, nella mia testa il vino, nei miei occhi l’Italia. è proprio bello essere qui, essere in un posto diverso che non sia sempre la Sicilia. È bello poter vedere, uscire, parlare con gli amici. È bello tornare a quelle vecchie abitudini ormai perse. È proprio bello.