Io non ho paura  (nemmeno oggi, a Berlino)

Quando un anno fa ci furono gli attentati a Parigi, io mi bloccai un attimo dalla paura. Avevo il turno delle 7 alla Luftwaffe e ricordo che camminavo a stento, i passi lenti e pesanti, la testa piena di pensieri. Sarebbe potuto accadere qui, sarei potuta essere io, accadrà qui prima o poi, e se succede a me? O peggio se succede a mio figlio? Io come farò a continuare a vivere? Parigi era tanto, troppo vicina e la paura era enorme.

Continua a leggere

Il popolo della notte 

La nostra prima casa era in via Bergamo. era una casa con un corridoio lunghissimo con le stanze tutte su un lato, buio tutto l’anno, caldissimo d’estate. A me quel corridoio ha sempre fatto paura. Da un lato la mia cameretta, all’estremità opposta quella di mamma e papà, lontanissima. Per fortuna dividevo la stanza con Vale e lui mi proteggeva dalle temibili befane e uomini neri delle ninne nanne di mia madre.

Continua a leggere

Secondo 

Essere secondi non è facile. Sei li, ad un passo dalla vittoria, ma niente invece non ce l’hai fatta. Nemmeno l’inno ti cantano. La festa è tutta per il primo.

Nascere  secondi significa crescere in subordinazione a qualcuno, in continuo e perenne paragone con il primo. Nemmeno sei nato e già si fa il paragone tra le due gravidanze, i sintomi, quanto era grande tuo fratello alla stessa settimana. Quando nasci si cercano le somiglianze con il papà, con la mamma  (ancora una volta nessuna) e con tuo fratello. Siete uguali tu e lui. Ma io noto che i capelli sono diversi e i vostri caratteri pure: indipendente lui da sempre, patella tu da subito. Continua a leggere