Ius soli 

Non si integrano. Cercano contatti e amicizie del loro paese. Si aiutano fra di loro. Disprezzano la lingua e la mentalità del luogo che li ha accolti. Però gli aiuti sociali, quelli si che gli interessano. E allora si fanno accompagnare negli uffici da loro compatrioti che sanno un poco di lingua. Si fanno compilare i moduli da altri più esperti o che ci sono già passati. Magari dichiarano il falso dicendo di non possedere nulla e invece hanno una casa di proprietà nel loro paese, ma tanto mica fanno controlli così approfonditi, chi lo deve venire a sapere? Continua a leggere

La vecchia zia

Ho sempre detestato le visite ai parenti. La nonna Antonia cieca da anni che mi toccava le minne per riconoscermi, la Longa che lasciava la bava sulle guance come se ci fosse passata una lumaca sopra e per essere sicura non mi divincolassi, mi afferrava la faccia con entrambe le mani. La casa della zia Carmela puzzava di naftalina e sigarette, la voce diventata roca a forza di fumare, aveva però sempre caramelle agli agrumi e cioccolata Kinder per noi, lo zio Nicola sempre allegro e sorridente. Chissà se si ricordavano ancora qualche parola di tedesco.

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L’estate a Palermo 

L’estate a Palermo non era segnata dal calendario, già il 25 aprile si andava a mare, eppure non era ancora estate. L’estate erano i vestiti sempre più leggeri, le gonne sempre più corte e i sandali. L’estate erano l’odore delle creme abbronzanti, lo zaino sempre più vuoto per fare spazio al telo per andare a mare e il costume sotto i vestiti. L’estate era la fine della scuola. 3 mesi di mare, risate, spensieratezza e “ci si vede a metà settembre, non mi mancherete nemmeno un poco”. Quando ho frequentato io il liceo non c’erano più gli esami a settembre, quindi era veramente vacanza pura. Forse qualche libro da leggere, ma io ho sempre amato leggere e non mi è mai pesato.  Continua a leggere