Dove sará mai la mia gatta?

Berlino per molti (ma non per me) è il regno dei balocchi. Se qualcosa, il lavoro, la vita o la realizzazione di sé stessi, non segue proprio il percorso tanto agognato, ci si rifugia in Berlino. Ho giá promesso che non parleró piú male della cittá in cui vivo, anche se non capisco perchè tutti non fanno che tesserne le lodi ad alta voce, e sussurrano appena il loro malcontento. Forse se qualcuno alzasse un pó la voce descrivendo la pura realtá, meno italiani verrebbero ad arenarsi qui. Forse fa solo figo dire di vivere qui, in una delle cittá piú agognate e piú “alla moda” di questi tempi.

La cittá è, come dicevo sopra, il paese delle meraviglie per molti. Se non si è riusciti a fare qualcosa di buono in Italia, se non si è stati apprezzati per quello che si è, sicuramente a Berlino tutti i nostri sogni avranno piena realizzazione. E si parte in direzione Berlino con estrema facilitá, senza nemmeno porsi un problema basilare, fondamentale: la lingua. Non so dove sia mai nata la convinzione che basti il nostro scarso inglese scolastico per poter “sopravvivere” in Germania. Ma quante penne potranno mai avere i crucchi sui loro tavoli? Ve lo siete mai chiesti? Il nostro inglese non basta. E non basta nemmeno la presunzione di coloro che sostengono di parlare abbastanza bene l’inglese e che per tale motivo non avranno alcuna difficoltá. E vorrei proprio asserci per vedere la scena di un impossibile dialogo tra voi, che parlate un ottimo inglese e l’impiegato statale che è cresciuto nella DDR e che come lingua straniera conosce al massimo un paio di parole in russo.

C’è chi poi è piú umile e non fa troppo affidamento alle proprio conoscenze anglofone e si premura leggendo tutti i numeri di Sturmtruppen. Attenti, a volte funziona, potrebbe funzionare, ma non sempre. Aggiungere -en alla fine di ogni parola non basta.

Per chiunque voglia venire a Berlino e non si é ancora lasciato scoraggiare dalle mie chiacchere sulla cittá, imparate, prima di arrivare qui, abbastanza bene il tedesco. Per non dipendere da nessuno qui, per poter trovare un lavoro migliore, per potervi integrare è fondamentale parlare bene la lingua del posto, e questo vale per ogni paese in cui si decide di andare a vivere. Di architetti, ingegneri, grafici, artisti tedeschi e disoccupati berlino ne è piena, dovrete offrire qualcosa in piú rispetto a loro, non in meno. E non cercate di dimostrare le vostre scarse conoscenze linguistiche mettendovi tutti a cercare la vostra amata gattina 😉

11 pensieri su “Dove sará mai la mia gatta?

  1. condivido in pieno. Facendo parte di un progetto europeo, e avendo solo un mese a disposizione prima di partire mi era stato assicurato che la mia ignoranza della lingua tedesca non mi avrebbe causato nessun problema.
    Ambiente di lavoro unversitario, quindi bilingue per definizione. E per la vita di tutti i giorni non è un porblema, il corso avrei potuto farlo dopo.

    Non è vero, non ci si deve credere. Se anche il ristretto gruppo con cui si interagisce quotidiana parla inglese, basta dover andare nel Buergeramt per scontrarsi con persone che sanno l’inglese ma non vogliono parlarlo (lo dicono chiaramente) e presuppongono che chi viene a lavorare in Germania sappia bene il tedesco. Se poi tu povero disgraziato non lo sapevi, o non te l’hanno detto, o ti hanno fatto credere il contrario non è un loro problema. Sei in Germania e parli tedesco, se non lo sai fatti tuoi. Questo accade in tutti gli uffici dove sono passata, dall’ufficio internazionale dell’università (non scherzo) a quello dell’assicurazione sanitaria.

    Va anche considerato che la maggior parte di negozianti e delle persone con cui si entra normalmente in contatto sono immigrati,spesso da paesi lotani tipo l’Iran o la Turchia. Quelli già fanno fatica a parlare tedesco, figuriamoci l’inglese….

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  2. io ho visto due differenze:

    da noi ci sono specifici uffici e figure che dovrebbero aiutare ad aggirare il problema (mediatori culturali o simili)

    noi l’inglese non lo sappiamo, non è che ti ridiamo in faccia dicendo “io l’inglese lo so ma non lo parlo con te perchè tu devi pagare tedesco”

    scusa lo sfogo, ma i burocrati tedeschi mi fanno imbestialire…..
    (per fortuna che ora un pochino di tedesco lo parlo, sono persino riuscita a fare della burocrazia la settimana scorsa!)

    un bacino anche a te!!!!

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  3. qui lo stato peró ti offre, anche AGGRATIS i corsi di integrazione, per tutti. Se poi ti integri o meno non lo so…ma ti offrono la possibilitá. Poi guarda, io problemi non ne ho mai avuti perchè sono venuta in germania appunto perchè conoscevo il tedesco. Mi riferivo a chi pretende di stabilirsi qui non conoscendo nemmeno una parola, pensando di farcela cmq perchè a Berlino tutti riescono…tutti tranne me.
    Se poi vuoi parlare di burocrazia….grrrrrrrrrrrrrrrrrr

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  4. ho capito perfettamente il tuo punto di vista e lo condivido, (dato che ho fatto questo errore) trovo che stabilirsi in germania senza sapere il tedesco sia un’enorme idiozia. Comunque il problema qui sono i burocrati, perché va detto che i servizi funzionano davvero bene. Ne ho avuto la riprova la settimana scorsa in cui l’ufficio tutela del consumatore mi ha risolto un enorme problema in una settimana e per soli 25 euro… praticamente fantascienza!

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  5. Condivido in pieno…

    Il primo anno di Max Planck è stato un disastro…non tanto per l’inglese, che è la lingua ufficiale dell’istituto, ma per tutto il resto.

    A pranzo i colleghi tra di loro parlavano tedesco, poi si accorgevano che c’ero anche io, si scusavano e parlavano in inglese…per un minuto.
    Vero…si può vivere sei mesi in un istituto come il MP sença sapere una parola di tetesko…ma vivi isolato, e come metti il naso fuori sei in un altro mondo. È come andare in vacanza al villaggio turistico…essere a DD, Parigi, o sassu scrittu è uguale…

    Il consiglio di Giulietten è sacrosanto…prima di spostarsi in cerca di “fortuna”, meglio sapere la lingua.

    P.S.

    InZomma…BeLLino sarà anche trendy, ma mi pare di chapyre che è un po’ ‘na sòla…

    P.P.S

    Sulla bürocrazZia dresdese invece non ho avuto nulla da eccepire: l’Anmeldung l’ho fatto senza spiccicare una parola! Ah…l’Abmeldung devo ancora farlo…o dopo sei anni decade automaticamente?? :O

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  6. la burocrazia….mi hanno beccata al Finanzamt. Ebbene si, sono stata battezzata e quindi devo pagare le tasse alla chiesa! Ergo: mi sbattezzo, ma i miei soldi (pochini in realtà) la chiesa non li avrá mai!
    vedi l’efficenza burocratica crucca…

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  7. Ebbene si, io mi sono trasferito a Berlino perchè sono un fallito (come dice l’autrice del blog). Ho una laurea in economia, un master, 2 anni di lavoro in una multinazionale, parlo solo inglese e italiano. Le uniche cose che mi offriva il mio paese erano 1000 euro al mese per lavorare a Milano o Roma. E quindi eccomi qui.
    Però sto qui in una ottima scuola di tedesco, pagata con i miei risparmi. in 3 mesi da un livello A0 sono passato ad un B1 e spero in un altro pò di mesi di arrivare ad un livello di tedesco sufficiente per potermi cercare un lavoro nel mio campo. Forse nemmeno a Berlino.
    Ma che importa, per ora vivo nella mia città preferita! E non giudico male chi viene qui a fare il cameriere senza parlare una ceppa di tedesco, magari perchè ha poche altre alternative nel proprio paese.
    Dei miei parenti sono venuti a lavorare qui con la terza media e senza parlare bene penso nemmeno l’italiano. Però ora sono integrati, parlano tedesco e hanno un tenore di vita 10 volte migliore dei parenti rimasti nel mio paesello del sud.
    Tutto ciò per dire, sono d’accordo che è meglio sapere un pò di tedesco alla partenza, però non è indispensabile se si ha la buona volontà di studiare e imparare!

    saluti,

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